Da sinistra a destra: Teo, Gaghe, Barbetta, Gorlino, Macio, Piero, Danpo, Bon, Danilka, BLuNoTe...
CHI SIAMO NOI?
Per rispondere alle domande: Chi siamo noi? Perchè esistiamo!? Dove stiamo andando? Ma soprattutto: cosa si fa stasera???

 

mercoledì 25 aprile 2007

24 aprile - in memoria del genocidio degli Armeni

Va ben, ormai xe el 25 apriłe...
però ho fatto in tempo a ricordarmi, e allora se avete tempo e voglia, leggetevi questo documento:

Il 24 aprile è il giorno della memoria armena, la commemorazione del genocidio a opera dei Giovani Turchi, che a ridosso della Prima Guerra Mondiale provocò quasi un milione e mezzo di vittime. Ma, a quasi un secolo di distanza, la memoria di quello che gli armeni stessi definiscono "Metz Yeghern, il grande Male, a differenza da quella della Shoah ebraica, non ha ancora trovato una collocazione storico-politica condivisa, e continua ad essere segno di divisione e di rimozione. É di ieri, ad esempio, una presa di posizione di Marco Boato, dei Verdi, che segnala come dalla direttiva europea contro il negazionismo, oggetto di trattative fra i ministri della giustizia, manchi proprio l'indicazione del genocidio subito dagli armeni. Logico collegare questa omissione al processo istituzionale per la futura adesione all'Unione europea della Turchia, che continua a negare la definizione di Olocausto per quegli eventi, e rifiuta di ammetterne la responsabilità.
In Turchia, poi, avviene ben di peggio: una legge vieta che si parli di "genocidio armeno", e chi la ignora rischia fino a dieci anni di carcere, o addirittura mette a rischio la propria vita, com'è capitato il 19 gennaio scorso al giornalista e intellettuale Hrant Dink, ucciso da un giovane nazionalista a causa delle sue posizioni in materia. Sul suo giornale, "Agos", egli aveva scritto: «24 aprile 1915, è l'alba. Intellettuali, scrittori, artisti, insegnanti, avvocati, dottori, deputati armeni, per la maggior parte residenti a Istanbul, vengono presi uno ad uno dalle loro abitazioni e portati via... E non fanno più ritorno». Sono le vicende raccontate nel libro di Antonia Arslan "La masseria delle allodole", ora trasferite nell'omonimo film dei fratelli Taviani.
Grazie al libro e al film, ma anche al mutare delle condizioni storiche, in Italia la coscienza del genocidio e l'interesse per la diaspora armena, che ha portato nel mondo circa 3 milioni di persone, sono fortemente cresciuti, com'è testimoniato dall'incremento delle visite all'Isola di San Lazzaro a Venezia, dove i padri Mekhitaristi gestiscono forse il maggior polo culturale armeno nel mondo; e anche il mese scorso a Padova gli organizzatori del convegno su "L'Armenia e gli Armeni" hanno dovuto mandar via dal Teatro Ruzante (che ha una capienza di 200 posti) oltre un centinaio di persone accorse per seguire i lavori.
A livello istituzionale poi sono decine gli stati (e anche l'Onu e il Parlamento Europeo) che hanno chiesto alla Turchia di riconoscere il genocidio, mentre un documento dello stesso tono è stato approvato in Italia da numerosi comuni (l'ultimo Cavallino-Treporti, nel gennaio scorso).
Di tutto questo però non si ha notizia nei luoghi teatro di quegli eventi, anche se Antonia Arslan (in America per presentare il suo libro) è stata recentemente intervistata da un grande giornale turco, e ha avuto notizia che il suo libro dovrebbe essere pubblicato nel paese per il prossimo festival del libro di Istanbul, in autunno. Ma il giornalista trentino Giampaolo Visetti, che nelle scorse settimane si è recato in Anatolia, alla ricerca dei luoghi de "La masseria", ha rivelato in un suo reportage su Repubblica che la presenza armena è stata completamente sradicata dalla Turchia, e che i pochi superstiti sono ancora costretti a nascondere la propria identità e a negare i propri ricordi. In un paese che non riesce a tutelare le proprie minoranze, come testimoniano le recenti stragi di cristiani, i discendenti delle vittime sono costretti a rimuovere il dolore, a dimenticarsi del massacro, a sopravvivere tra la paura e il senso di colpa. «Di giorno sorridiamo da turchi, la notte piangiamo da armeni», ha sussurrato al giornalista un muratore del luogo.
Nell'Armenia ex sovietica, invece, il ricordo è vivissimo, nonostante le difficoltà economiche e politiche del presente, e l'identità è un collante fortissimo, com'è testimoniato dal fatto che le case della periferia della capitale, Erevan, con la vista sul monte simbolo dell'Ararat, costano molto più delle dimore di lusso del centro.
«Ma è la diaspora che deve farsi carico dell'obbligo della testimonianza - commenta Vartan Giacomelli, padovano, presidente dell'Associazione Italia-Armenia - Noi delle nuove generazioni abbiamo maturato rispetto a quegli eventi la distanza e la consapevolezza che ci permettono e impongono di coltivare la memoria in modo condiviso».
La comunità armena, infatti, non custodisce il ricordo come arma contundente, in chiave anti-turca, ma preferisce al contrario distinguere le responsabilità dell'Impero Ottomano e dei Giovani Turchi da quelle della Turchia attuale, valorizzando anche gli episodi di coraggio di cui si resero protagonisti alcuni degli stessi turchi per salvare gli armeni mandati alla morte. Purtroppo l'atteggiamento di pregiudiziale chiusura di Ankara sul riconoscimento di quegli eventi (come se la Germania negasse l'Olocausto) finisce per continuare ad attribuirle le responsabilità oggettive nel Genocidio e per rinviare all'infinito la ricomposizione delle fratture storiche.

«E tutto questo - osserva Giacomelli - è tanto più assurdo in quanto l'amalgama della società turca è tale che molte famiglie turche scoprono spesso di avere al proprio interno un filone armeno, come è capitato alla scrittrice Fetiyè Cetin, che ne ha scritto in un drammatico libro».
Per la giornata della memoria l'Associazione Italia-Armenia ha organizzato a Padova una commemorazione, stamani alle 11 in municipio, con la deposizione di una corona d'alloro al bassorilievo che ricorda il genocidio e gli interventi del sindaco di Padova Zanonato e dell'abate dei padri mekhitaristi Mons. Elia Kilaghbian. Padova fu la prima città ad ospitare (nell'attuale Palazzo del Circolo Ufficiali in Prato della Valle) il prestigioso collegio poi trasferito a Venezia, dove hanno sempre studiato le élites armene, compreso il grande poeta Daniel Varujan, scomparso nel Genocidio.
Altre iniziative si svolgeranno in tutta italia, soprattutto nella capitale e a Milano, dove vive il grosso dei 2500 armeni d'Italia.
In un video i ricordi degli ultimi sopravvissuti: «Non volevano rievocare quei fatti» A lungo i sopravvissuti del "Metz Yeghern, l'Olocausto armeno, hanno taciuto: troppo duro il confronto con quegli orrori, troppo difficile la lezione da tramandare ai figli e ai nipoti, troppo disattendo il mondo, nei confronti del primo genocidio del ventesimo secolo. Perciò è tanto più significativo il contenuto di "Hushèr" (Memoria), un video girato da un musicista e regista armeno residente nel Veneto, Avedis Ohanian, che raccoglie le testimonianze di alcuni dei sopravvissuti residenti in Italia, ora tutti scomparsi. Lo hanno proiettato a Padova, nel convegno del 31 marzo al Ruzante, la proporrano oggi al Pontificio collegio armeno di Roma.
L'autore, 39enne, ha studiato nel collegio armeno a Venezia, diventando successivamente musicista e fonico e cominciando a girare qualche video. Questo "docuvideo" è stato registrato nel 1995, e rimontato lo scorso anno: a raccontare i loro ricordi davanti alla telecamera sono cinque anziani armeni, che all'epoca dei fatti erano poco più che bambini. La più anziana era Hripsime Kondakjan, nonna di Vartan Giacomelli, morta a Padova nel 1998, a 102 anni, e che quindi al momento della deportazione era appena ventenne.
«Si salvò grazie ai buoni uffici di uno zio del marito, un vescovo austriaco - racconta il nipote - ma durante la fuga perse due figli, e anche il terzo che si portava in grambo».
«Anche coloro che si sono salvati hanno vissuto malissimo - racconta Avedis Ohanian - Alcuni di loro hanno ricostruito con grande fatica i loro ricordi, e in quei momenti sembravano quasi ritornare bambini, rivivendo la stessa angoscia. E solo uno di loro, ad una mia domanda precisa, si è detto disposto a perdonare, anche se erano grati a Dio per essersi salvati».

"Un sałudo al popoło Armeno , che ga subìo tante persecusion
e che ga catà neła nostra łaguna e neła nostra tera
acojensa e amicìsia ..."

"Me mujere ła xè Armena e oncò ła oserva sta memoria, milioni de persone oncò łe xe ndàe so ła cołina del ricordo a Titsarnak Abert, che vol dìr "cołina dełe ròndene".
Penseve che oncò nevegàva da òrbi e on popoło de milioni de persone se ga riunìo a Yerevan so sta cołìna al sòn del dudùk che el xe el strumento nasionałe.

Oncò xe anca el dì deła Shoà e milioni de persone łi se riunise al Yad Vashem in Israel e ła se ricorda anca i 4000 Ebrei che i italiani ga deportà e fato copàre.

E nialtri, femo on pensièro a chełe mejàra de Veneti che xè stà deportà da i italiani a morìr de malària so l'Agro Pontìn. Pensemo ai milioni che gà dovùo scanpare da ła propia tera profughi pa 140 àni da ła persecusiòn e discriminasiòn e presiòn fiscàłe italiana. E chełe mejara de Veneti co sitadinansa italiana o slava che łi xe stà copà dai italiani e pò dai comunisti slavi, rento i lagher e rento le fòibe.
No stemo desmentegàr el nostro Olocausto, el nostro jenosìdio.

Pa no desmentegàr, mai!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Blogger danpeus spara una ca**ata:
bravissimo piero! Oggi intanto pensiamo alla nostra gloria, la nostra festa più grande: oggi è SAN MARCO!!!!
la più gran festa di un Veneto...a proposito, invito tutti a venire sabato prossimo a Spresian nella bottega di Raixe Venete...
25 aprile 2007 alle ore 12:07  
Blogger gaghe spara una ca**ata:
NO, non me piase la festa de S.Marco, se massa venesiana, mi sò pà S.Antonio! Spusoeo, sito deventà venesian?
25 aprile 2007 alle ore 17:26  
Blogger Max spara una ca**ata:
Beh, sapete che è meglio che io non dica cosa penso dei Turchi, altrimenti la polizia postale ci fa chiudere il blog e arresta i blogmaster.

Dalpo xè proprio un venexian!

Qui oggi per ovvi motivi non era festa nazionale e si è lavorato come gli altri giorni. In compenso ci sarà una festività dal nome impronunciabile il 28 maggio.

Gli ultimi fine settimana, caldissimi e pieni di sole, li ho passati sulla spiaggia lungo il fiume. Il solito Walhalla: gnocche stratosferiche ovunque e ormoni completamente fuori controllo!! Però ho purtroppo notato (e anche altre persone me l'hanno confermato) che quest'anno ci sono un sacco di lesbiche. Voglio dire: le ragazzine che si tengono per mano sono normali, ma le ragazze dai 20 ai 30 anni ancora per mano sono evidentemente coppie lesbiche. Spero che non sia la nuova moda dell'estate! Lì da voi com'è?

Piero e Gornetta: visto che in giugno devo andare in Svezia e ho intenzione di approfittarne per starci qualche giorno in più per vacanza, mi potreste suggerire il nome del vostro fantasmagorico ostello a Stoccolma?

Infine: torno giù dal 22 al 27 giugno!

Sì iù suun
25 aprile 2007 alle ore 21:11  
Blogger gaghe spara una ca**ata:
grazie max della conferma, ora gò capio tuto!
25 aprile 2007 alle ore 23:08  
Blogger SuperDanilka spara una ca**ata:
Però ho purtroppo notato (e anche altre persone me l'hanno confermato) che quest'anno ci sono un sacco di lesbiche. Voglio dire: le ragazzine che si tengono per mano sono normali, ma le ragazze dai 20 ai 30 anni ancora per mano sono evidentemente coppie lesbiche. Spero che non sia la nuova moda dell'estate! Lì da voi com'è?

Beh speriamo invece che questa moda "fiorisca" anche qui.. Una sera d'estate ho viste due belle tipette sedute sul muretto del Santo che si davano dei piccoli baci dolci..
26 aprile 2007 alle ore 15:44  
Blogger Alberto spara una ca**ata:
e ti sei eccitato...

Max, l'ostello di stoccolma è il Backpackers:
www.citybackpackers.se

...poi magari succede che arrivi là e non trovi neanche un cane... no dai, speremo de no!!!
Ti aspettiamo a braccia aperte (solo quelle, eh!) quando torni!
26 aprile 2007 alle ore 18:45  
Blogger SuperDanilka spara una ca**ata:
beh.. lo so che tu saresti scappato HIHIHIHI
27 aprile 2007 alle ore 00:50  

Posta un commento

7 Commenti:

Blogger danpeus commenta...

bravissimo piero! Oggi intanto pensiamo alla nostra gloria, la nostra festa più grande: oggi è SAN MARCO!!!!
la più gran festa di un Veneto...a proposito, invito tutti a venire sabato prossimo a Spresian nella bottega di Raixe Venete...

25 aprile 2007 alle ore 12:07  
Blogger gaghe commenta...

NO, non me piase la festa de S.Marco, se massa venesiana, mi sò pà S.Antonio! Spusoeo, sito deventà venesian?

25 aprile 2007 alle ore 17:26  
Blogger Max commenta...

Beh, sapete che è meglio che io non dica cosa penso dei Turchi, altrimenti la polizia postale ci fa chiudere il blog e arresta i blogmaster.

Dalpo xè proprio un venexian!

Qui oggi per ovvi motivi non era festa nazionale e si è lavorato come gli altri giorni. In compenso ci sarà una festività dal nome impronunciabile il 28 maggio.

Gli ultimi fine settimana, caldissimi e pieni di sole, li ho passati sulla spiaggia lungo il fiume. Il solito Walhalla: gnocche stratosferiche ovunque e ormoni completamente fuori controllo!! Però ho purtroppo notato (e anche altre persone me l'hanno confermato) che quest'anno ci sono un sacco di lesbiche. Voglio dire: le ragazzine che si tengono per mano sono normali, ma le ragazze dai 20 ai 30 anni ancora per mano sono evidentemente coppie lesbiche. Spero che non sia la nuova moda dell'estate! Lì da voi com'è?

Piero e Gornetta: visto che in giugno devo andare in Svezia e ho intenzione di approfittarne per starci qualche giorno in più per vacanza, mi potreste suggerire il nome del vostro fantasmagorico ostello a Stoccolma?

Infine: torno giù dal 22 al 27 giugno!

Sì iù suun

25 aprile 2007 alle ore 21:11  
Blogger gaghe commenta...

grazie max della conferma, ora gò capio tuto!

25 aprile 2007 alle ore 23:08  
Blogger SuperDanilka commenta...

Però ho purtroppo notato (e anche altre persone me l'hanno confermato) che quest'anno ci sono un sacco di lesbiche. Voglio dire: le ragazzine che si tengono per mano sono normali, ma le ragazze dai 20 ai 30 anni ancora per mano sono evidentemente coppie lesbiche. Spero che non sia la nuova moda dell'estate! Lì da voi com'è?

Beh speriamo invece che questa moda "fiorisca" anche qui.. Una sera d'estate ho viste due belle tipette sedute sul muretto del Santo che si davano dei piccoli baci dolci..

26 aprile 2007 alle ore 15:44  
Blogger Alberto commenta...

e ti sei eccitato...

Max, l'ostello di stoccolma è il Backpackers:
www.citybackpackers.se

...poi magari succede che arrivi là e non trovi neanche un cane... no dai, speremo de no!!!
Ti aspettiamo a braccia aperte (solo quelle, eh!) quando torni!

26 aprile 2007 alle ore 18:45  
Blogger SuperDanilka commenta...

beh.. lo so che tu saresti scappato HIHIHIHI

27 aprile 2007 alle ore 00:50  

Posta un commento

<< Home