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CHI SIAMO NOI?
Per rispondere alle domande: Chi siamo noi? Perchè esistiamo!? Dove stiamo andando? Ma soprattutto: cosa si fa stasera???

 

sabato 8 dicembre 2007

un'altra schifezza...

Era convinta di essere italiana e di sicuro lo è stata per 58 anni e mezzo. Italiana nata a Fiume. Adesso, grazie a una recentissima circolare del Viminale, le "carte" dicono che è straniera, extracomunitaria per la precisione, tanto che le hanno detto di chiedere il tesserino sanitario internazionale. Lei sbotta: «A questo punto capacissimi di chiedermi il permesso di soggiorno. A me, che sono italiana e che sono fiera di esserlo. E che pretendo di continuare a esserlo a tutti gli effetti, soprattutto di nascita». La paura la porta a chiedere l'anonimato: «Ne ho passate tante nella vita, i miei primi nove anni sballottata da un campo profughi all'altro, addosso sempre questo marchio di esule, i maligni che ci chiamavano "zingari". Pensavo fosse finita, invece devo ricominciare a lottare». È per questo che chiede di diffondere solo i dati essenziali: 59 anni da compiere a giorni, ora residente nella terraferma veneziana con la famiglia. Nasce a Fiume nel 1949, due anni dopo che il Trattato di Parigi ha assegnato definitivamente Istria, Quarnaro e Dalmazia alla Federazione Jugoslava del maresciallo Tito. Nel 1951 la sua famiglia va a ingrossare le file dei profughi: la stima è che dal 1943 al 1954 ci siano stati tra i 200mila e i 300mila esuli di lingua italiana. «Mio padre, che era un marittimo, ci portò via nel '51. In treno fino a Trieste, poi Udine, Gaeta, l'ultimo campo di accoglienza fu a Latina. (...)
«Io non so chi e non so perché qualcuno al ministero ha deciso di mettere lo spartiacque della data del 15 settembre 1947. Io so che sono nata nel 1949 da genitori italiani e che nel '51, come migliaia di altri esuli, siamo tornati in patria perché Istria, Quarnaro e Dalmazia passarono sotto Tito. Ma io ero e sono italiana e nessuno, neanche il ministero dell'Interno, può adesso, dopo 58 anni, considerarmi nata nell'ex Jugoslavia e, nello specifico, in Croazia, Stato non ancora membro dell'Unione europea. Io, con questa "interpretazione" della legge sono perfino costretta a subire richieste di esibire il permesso di soggiorno». Amareggiata, ma combattiva: «Non ho nessuna intenzione di subire passivamente un simile affronto». La lettera al Quirinale perché intervenga il presidente della Repubblica deve solo essere affrancata.

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